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L’importanza di un protocollo personalizzato per curare il viso durante la terapia oncologica

In questi anni ho visto e conosciuto molte persone e con soddisfazione posso dire di averne aiutate tante. Quello che ho scelto di fare, mettendomi a disposizione degli altri, non ha una spiegazione: è come l’amore, vive per sua natura e diventa tanto più potente quando ci si dedica all’altro. E in questo caso, il mio “altro” siete voi, le donne che ho incrociato sul mio percorso e alle quali mi dedico con tutta me stessa.

A marzo 2019 ero a Catania, presso l’associazione “il filo della vita”. Quel pomeriggio le mie ragazze erano tantissime, c’erano volti noti ma anche tante nuove amiche venute a capire chi fossi. Era primavera e c’era un clima bellissimo. Ogni volta che andavo li mi fermavo sempre in un punto panoramico dove si poteva guardare il mare e i mandorli già in fiore. Quel giorno lavorai tantissimo, eseguì 22 trattamenti. Ognuno specifico, personalizzato. Fatto su misura. Durante quel laboratorio conobbi Giusy. Mi colpì molto per la sua dolcezza, il suo parlare lentamente, con calma. Giusy è una donna come tutte noi, ma essere donna è complicato. Aveva già un suo “backstage” personale al quale si era aggiunto questo male con il quale si accingeva a combattere. Da dicembre 2018 ha iniziato una battaglia contro il cancro con circa 34 chemio, terminata nel maggio 2020: 4 rosse, 12 di taxolo e 18 di trastuzumab. Ha purtroppo terminato in ritardo le terapie, perché il taxolo le ha creato problemi al cuore, e ai polmoni. Sempre a causa del taxolo, ha avuto una fortissima allergia al viso manifestata attraverso rossore, prurito e tantissimi puntini rossi. Non riusciva a truccarsi, aveva sempre bruciore e non riusciva a guardarsi allo specchio in quel momento terribile che stava vivendo. Era ed è una bella donna. Doveva essere “ascoltata e consigliata”, non bastava il solo trattamento estetico che le facevo quando andavo a Catania. Aveva bisogno di un protocollo dermocosmetico personalizzato. Una autocura quotidiana. Dopo aver letto con attenzione la sua terapia ed essermi interfacciata con il suo oncologo curante, ho creato per lei il “suo” protocollo.

La prima cosa era eliminare il prurito che aveva alla pelle causato dal trastuzumab. E poi eliminare quei rossori e puntini fastidiosi per poterle permettere di “sentirsi bene” nella sua pelle. Anche per ricominciare a truccarsi e a piacersi. Per prima cosa, quindi, abbiamo optato per una detersione giornaliera con una referenza cosmetica sotto forma di un’emulsione delicata. Una referenza in grado di detergere quotidianamente la pelle del viso e del collo. Un’emulsione contente oli come quello di mandorle dolci e un mix di vitamine. Dopo aver effettuato la detersione (che va fatta due volte al di) le ho consigliato un prodotto cosmetico da utilizzare mattina e sera. Una leggera emulsione ideata per idratare, lenire e proteggere la pelle già sensibilizzata dagli effetti collaterali delle terapie. Un trattamento nutriente in grado di regalare emollienza alla nostra pelle. Costituito da burri ed oli vegetali, come Burro di Karite e Olio di Jojoba. Arricchita inoltre dalla presenza di due principi attivi naturali. Uno derivato dal pepe di Sichuan che ha un fortissimo potere lenitivo e che quindi ci ha permesso di combattere quel prurito fastidioso ed un altro dato dall’estratto di fico d’india che assicura un’intensa azione idratante prolungata nel tempo. Una vera e propria capacità “long lasting”.

Giusy mi ha raccontato poi che: “il mio viso è migliorato nell’arco di 15 giorni e per tutta la durata delle terapie, ho seguito un protocollo personalizzato e anche con la radioterapia, non ho avuto effetti collaterali. Ho continuato a prendermi cura della mia pelle e ho vissuto la mia vita”. Giusy ora sta bene, combatte ed è una delle più care amiche non solo di questo progetto, ma soprattutto mie. Combattere è difficile, ma insieme si può tutto.

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